LOB

Euro 18.00

Avere tempo per decidere e per scegliere, nel tennis come nella vita, non è sempre un’opportunità, quasi mai una garanzia di fare alla fine la cosa giusta. Avere più opzioni qualche volta ti paralizza, ti mette in crisi. Se schiacci e sbagli avrai buttato via tutto il lavoro fatto per arrivare sin lì e svelerai la tua goffaggine. Se torni indietro e ricominci lo scambio da fondo campo mostri un tuo limite, una paura, un lato debole che non è solo tecnico. Il lob è spesso un colpo infame, la mossa del re rimasto solo sulla scacchiera che non abbandona e mira allo stallo, puntando tutto sull’errore del nemico, sulla sua fragilità.

Autore

GIAMPAOLO ROIDI • Romano, 58 anni, giornalista dal 1992, ha lavorato a Il Tempo, Paese Sera, Vita, Lavorare, Qui Roma. Per 12 anni ha diretto il quotidiano Metro, è stato poi caporedattore all’AGI e oggi è caporedattore a Il Messaggero. Già tennista di terza categoria, apprendista scacchista, romanista “liedholmiano”. Lob è il suo primo romanzo.

Sinossi

L’Antico Ponte Tevere è un circolo storico della Capitale. Non esclusivo ma nemmeno popolare come i tanti centri sportivi romani che tra i Novanta e i primi vent’anni del Duemila hanno cambiato identità e caratteristiche per sopravvivere alla crisi. Diventando posti più che circoli, spazi occupati da bilancieri e terra rossa privi di memoria e coscienza della propria storia. L’Antico Ponte Tevere invece è un circolo di tennis rimasto fieramente tale per 70 anni, dove tre generazioni di giocatori si sono passate il testimone rinunciando a campi illuminati e da calcetto. E che sono rimaste immuni all’avvento dei nuovi sport praticati con una racchetta. 358 soci sono chiamati per la prima volta a scegliere il proprio futuro in un’assemblea straordinaria: devono decidere se accettare o meno una proposta commerciale e sportiva che potrebbe cambiare per sempre la storia di quei sedici campi. Votando se valga la pena o meno di difendere e preservare la propria storia e se, in fondo, sia ancora attuale una certa idea di comunità e perfino di società. Un giallo in salsa tennistica che si snoda dal sabato al mercoledì dove il classico muro dedicato all’allenamento diventa una paradossale linea del Piave fra la vittoria e la resa. Una linea che ha sullo sfondo l’eterno duello fra i pallettari e i fanatici delle discese a rete. La morte misteriosa di un socio storico sarà il momento chiave del confronto e aprirà la porta verso un futuro inquietante.

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